a Chieti 2013
La
processione del Venerdì Santo
Il più antico rito in Italia, della
processione del Venerdì Santo, è quella di Chieti, che ha mantenuto nel tempo,
sin dalle sue antichissime origini ( secondo alcuni risalenti addirittura
all'842 d.c.), grande solennità rituale ed intenso fervore spirituale, divenendo
nel corso dei secoli una delle più significative espressioni religiose della
Pasqua italiana. Da alcune fonti certe, la nascita della processione viene fatta
risalire contestualmente alla fondazione dell'Arciconfraternità del Sacro Monte
dei Morti nel 1603, sul modello "dell'Orazione e Morte di Roma", alla quale il
sodalizio teatino era aggregato. Comunque, la processione del Venerdì Santo di
Chieti, nella sua forma più semplice, risale ai primi decenni del secolo XVII,
incentrata su tre elementi simbolici dominanti: una morte lignea a grandezza
naturale, uno stendardo in damasco nero e un catafalco su cui è posto il Cristo
morto. Accompagnano questi tre simboli gli iscritti al "Monte dei Morti" con i
rituali cappucci ed i vestiti di sacco. Nei primi decenni del Settecento
cominciava a prendere parte alla processione anche il coro dei musicisti. La
processione fino al XIX secolo si svolgeva la mattina del Venerdì Santo, solo
nell'Ottocento
venne spostata a sera, assumendo quell'aspetto così suggestivo e pittoresco che
ha tutt'oggi. Non essendoci ancora la luce elettrica, fu in quel periodo che
vennero adottati, e rimasti in uso fino ai giorni nostri, i lampioni o "fanali"
posti alla sommità di lunghe aste di legno portati dai fratelli delle congreghe,
di foggia diversa per ciascuna confraternita. Dopo la metà dell'Ottocento
vennero collocati lungo le strade del percorso della processione i tripodi fissi
in ferro battuto, rimasti in uso ancora oggi, su cui ardono i bracieri per
illuminare il cammino dalle tenebre. Nel 1855 vennero introdotti nella
Processione i "Trofei della Passione": oltre al "Cristo Morto" adagiato sul
Catafalco e la statua dell' "Addolorata"; l' "Angelo alato"; le "Lance dei
soldati romani"; la "Colonna" alla quale fu legato Gesù sormontata da un gallo
che ricorda il tradimento di Pietro; il "Volto Santo" inghirlandato (identico
all'effige del santuario di Manoppello); il "Sasso" sul quale sono collocati i
dadi, la tunica, lo "scettro", la corona di spine con a fianco un catino e una
brocca in memoria del gesto simbolico del lavaggio delle mani di Pilato; la
Scala con le tenaglie,i chiodi e la canna con una spugna imbevuta d'aceto; la
Croce ai cui piedi è posto un teschio e un serpente. Questi "trofei" precedono
le sacre immagini del Cristo e dell'Addolorata, realizzati dallo scultore
teatino Raffaele del Ponte, allievo del grande maestro napoletano Antonio
Nicolini. scenografo del teatro S.Carlo. La processione, secondo tradizione,
deve uscire ogni anno anche se con un breve tragitto, altrimenti si prevedono
gravi sciagure per la città. Non a caso le sue origini si fanno risalire alla
prima metà del IX secolo negli anni successivi all'ultimo rovinoso saccheggio di
Chieti ad opera dei Franchi di Pipino, figlio dell'Imperatore sacro-romano
imperiale Carlo Magno. Dall'epoca la città è sempre miracolosamente scampata ad
ogni saccheggio o distruzione dovuta a guerre o a calamità naturali. Infatti, la
processione si è sempre svolta, sia pure in forma ridotta. In caso di maltempo o
nevicata il rito, sia pure con un percorso brevissimo, ha sempre avuto il suo
regolare svolgimento. A tal proposito ecco cosa dice della processione del
"Cristo morto" di Chieti l'Arcivescovo Bruno Forte: " la processione, che da
secoli si svolge a Chieti il Venerdì Santo, accompagnata dallo struggente canto
del Miserere di Saverio Selecchy, non è solo un singolare evento di pietà
popolare, ma testimonia un contenuto teologico di grande profondità, quello
della sofferenza di Dio per amore degli uomini e il conseguente appello a far
noi compagnia al dolore divino per la salvezza di tutti. Portati per le vie
della città, i simboli della passione, e sopratutto l'effigie del Figlio
abbandonato alla morte e della Madre addolorata, dicono quanto ci sia vicino il
nostro Dio, non solo dall'alto della Sua onnipotenza celeste, ma anche nella
condivisione della nostra finitudine e perfino della nostra morte. Ed è qui che
il canto di Selecchy invita a un ulteriore passo: fare noi compagnia al dolore
divino facendoci carico col Figlio del peccato del mondo e invocando pietà per
tutti". Pertanto, gustiamoci il video girato venerdì 29 marzo 2013 alle 19.30
con il coro e gli orchestrali che intonano le note del Miserere di Selecchy
all'uscita in processione dalla cattedrale di San Giustino.
Mostra dei Bozzetti
Artistici Venerdì Santo
|
ll 14 Marzo a Chieti, è stata
inaugurata anche la Mostra dei Bozzetti Artistici, che raffigurano i
Trofei della Passione alla processione del Venerdì Santo. I bozzetti
sono stati realizzati dall’artista Peppino di Iorio con la canna
vegetale, (arundo donax). Si può notare la precisione, la pazienza, la
tecnica, usata per realizzare nei minimi particolari il viso, le mani, i
vestiti, il volto del cristo…, tutti con la canna. La mostra è restata
aperta sino al 2 Aprile nel Museo Costantino Barbella, in via C. De
Lollis 10, (interno palazzo Martinetti Bianchi). I Trofei originali
della Passione, che accompagnano la Processione del Venerdì Santo,
furono |
realizzati nel 1855 da Raffaele Del
Ponte, (Chieti, 7 maggio 1813 – 26 marzo 1872), pittore, scenografo e
illustratore, ordinatigli dalla Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. Dei
sette 7 "Trofei della Passione", l’artista Peppino di Iorio, ne ha realizzati
cinque: L’Angelo Alato - La Croce – Il Volto Santo – Il Gallo – La Scala.
L'Angelo |
Il Gallo |
Le Lance ed Il Sasso sono in fase
realizzazione. Oltre ai sette trofei, ce ne sono altri due, forse i più
importanti e venerati, Il Catafalco con il Cristo morto, realizzato in legno
agli inizi del 1600 e la Statua della Vergine Addolorata che oggi si ammira in
sostituzione di quella originaria. Ha origine nel1833 e fu introdotta nella
processione agli inizi del 1900. La processione del Venerdì Santo (o del Cristo
morto) di Chieti è forse la processione più antica d'Italia.
Il Volto Santo |
La Scala |
La sua origine, infatti, risalirebbe all'842 d.C., anno in cui si concluse
ufficialmente la ricostruzione della prima Cattedrale (attualmente la vecchia
Cattedrale costituisce la cripta della nuova), che era stata distrutta nell'801
da re Pipino. Con la ricostruzione della Cattedrale nacque la Processione del
Venerdì Santo. La sua conformazione attuale risale però solo al XVI secolo,
quando nacque la Confraternita che ancora oggi ne cura l'allestimento e la
preparazione, ovvero L'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. All’inizio
del 1900, fu introdotto il coro che intona lo struggente Miserere composto verso
il 1740 da Saverio Selecchy
La Croce |
Il Cristo Morto |
Per onorare l'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, l’artista Peppino di
Iorio,sta realizzando fra i bozzetti, anche il loro stendardo.
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L’aver sistemato la mostra al
Museo d'arte "Costantino Barbella", dedicato allo scultore teatino,oltre
a far emergere questi bozzetti, si stimola il visitatore a far visita
anche al museo .
Il museo ospita collezioni di
opere d'arte che vanno dal XIV secolo ai giorni nostri, tra i quali
numerose sculture di Costantino Barbella e le maioliche castellane.
Le bellissime sale con soffitti a
volta, sono affrescate da artisti di fama.
A sinistra:
La Madonna Addolorata |
Scritto da: Luciano
Pellegrini
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