a
Teramo 2013
Gran Sasso, in
un libro secoli di immagini e storie
Mappe,
carte, disegni, vedute pittoriche, schizzi, appunti di viaggio, e le
prime fotografie. Paesaggi e persone, paesi e mestieri, sentieri e
escursionisti. La montagna e l'uomo. Una grandiosa galleria di
immagini, dal Cinquecento ai primi del Novecento. Al centro sempre
lui, il massiccio simbolo dell'Abruzzo. La raccolta iconografica più
completa mai pubblicata finora sulla montagna più alta degli
Appennini è racchiusa nel prezioso volume "Atlante storico del Gran
Sasso d'Italia" (180 pagine, 40 euro) appena pubblicato dalla casa
editrice teramana Ricerche&Redazioni. La pregevole opera, che come
recita il sottotitolo è un repertorio per un'iconografia generale
del Gran Sasso dal XVI al XX secolo, verrà presentata dopodomani,
giovedì 20 dicembre, a Teramo, alle ore 18, nell'auditorium San
Carlo del museo archeologico Francesco Savini, dall'alpinista e
scrittore Stefano Ardito (nomen omen, si potrebbe dire), e da Silvio
Di Eleonora e Lina Ranalli, autori del volume insieme a Fausto
Eugeni. Intervengono inoltre Mauro Di Dalmazio, assessore regionale
al Turismo, e Marcello Maranella, direttore del Parco nazionale del
Gran Sasso e Monti della Laga; modera il giornalista e scrittore
Enrico Di Carlo. Curato nei minimi dettagli dagli editori Giacinto
Damiani e Barbara Marramà, il libro è il secondo volume della
collana Atlante, e segue l'Atlante storico della Città di Teramo,
altrettanto elegante e completo. Dotto e spettacolare al contempo,
l'Atlante storico del Gran Sasso d'Italia comprende una carrellata
ricchissima di immagini, molte delle quali inedite, che parte dal
minuzioso disegno realizzato nel 1573 (e pubblicato nel 1599) da
Francesco De Marchi, l'ingegnere militare bolognese al seguito di
Margherita d'Austria, che per primo scalò il Monte Corno, e si
chiude con una fotografia del 1960 raffigurante il Rifugio Carlo
Franchetti nel vallone delle Cornacchie sullo sfondo delle Fiamme di
pietra del Corno Piccolo. Questa, come tante altre foto, proviene
dall'archivio storico del Cai (Club alpino italiano) di Roma, mentre
altre immagini giungono dal Cai di Torino. Molti documenti, non solo
iconografici, sono conservati negli Archivi di Stato dell'Aquila e
di Teramo, dalla
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biblioteca provinciale
Melchiorre Dèlfico di Teramo e dalla Tommasi dell'Aquila, oltre che
da altri istituti di cultura e conservazione nonché da collezioni
private. Di notevole interesse in apertura di volume i testi dei tre
autori e il saggio introduttivo dello storico Alessandro Clementi,
in cui sono contenuti anche stralci dagli scritti di quanti salirono
sul Gran Sasso, da Francesco De Marchi in poi, e gli interventi di
Paolo Muzi (Archivio di Stato L'Aquila) e Luciana D'Annunzio (Archivio
di Stato Teramo). Ecco poi susseguirsi nelle pagine dell'Atlante
l'affascinante ed evocativo racconto visivo della montagna e degli
uomini, attraverso cartografie storiche, mappe, piante
topografiche, incisioni dal Seicento fino all'Ottocento, dipinti di
Gennaro Della Monica, Gonsalvo Carelli, Estella Canziani, litografie
tratte da
disegni di tanti autori (tra
i quali Edward Lear), schizzi e appunti di viaggio, antiche
copertine di libri e riviste, manifesti pubblicitari, cartoline
illustrate, perfino un accenno a esemplari floristici e faunistici
con immagini tratte dagli erbari e bestiari conservati nella
biblioteca Melchiorre Dèlfico. In compagnia di cartografi, pittori,
esploratori, viaggiatori, e dei primi escursionisti e sci-alpinisti
si viaggia in una storia per immagini di oltre mezzo secolo, che
racconta anche come sia mutato l'approccio alla montagna, da luogo
via via di sopravvivenza, ricerca, esplorazione, fino a scenario del
«sublime assurdo», come scrive Alessandro Clementi, con la nascita
dell'alpinismo moderno.
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